La climatizzazione è un argomento cruciale quando si parla di benessere fra le mura domestiche, con un occhio alla scelta del dispositivo migliore e un altro ai costi in bolletta alla fine del mese.
Sono diversi i parametri che intervengono se si vuole ricreare una situazione ottimale senza spendere eccessivamente, uno di questi è lo sfasamento termico.
Vediamo quindi nel dettaglio in cosa consiste, se è possibile potenziarlo e quali sono i vantaggi di un’operazione di questo genere.
Come si calcola
Per sfasamento termico si intende il tempo necessario all’interno della casa per raggiungere la temperatura presente all’esterno. Questo fattore si calcola in ogni momento della giornata, ma solitamente viene preso come riferimento il valore massimo in una determinata porzione del giorno, come abbiamo visto in un precedente articolo sull’importanza dello sfasamento termico, in particolare nelle costruzioni edilizie.
Come è facile intuire, maggiore è il numero e superiore è la resa termica della casa, cioè la sua capacità di mantenere una condizione climatica così come impostata dagli abitanti.
Immagina che fuori ci sia un caldo torrido di 30 gradi, quanto impiega la tua abitazione a uniformarsi e quali sono le condizioni che intervengono?
Pensiamo ad esempio all’apertura o meno delle porte interne, alla tenuta più o meno impenetrabile degli infissi, così come alla presenza di climatizzatori o di un numero elevato o limitato di persone in casa.
Le pareti dell’abitazione sono un altro elemento essenziale poiché, se costruite adeguatamente, hanno il compito di rallentare la penetrazione del calore, utilizzando quella che viene definita inerzia termica.
Un buon range per misurare lo sfasamento termico è quello che varia dalle 8 alle 10 ore, con picchi di 12 ore che costituiscono l’optimum da questo punto di vista.
Impossibile raggiungere il top delle prestazioni se la casa non è isolata adeguatamente ed è realizzata con materiali obsoleti.
Tuttavia, alcune delle strutture del passato erano edificate con elementi più resistenti e spessi, pertanto offrono dei valori superiori di sfasamento termico.
È il caso, ad esempio, di alcuni casali di campagna, che sembrano sempre freschi per merito di mura dall’inerzia elevata, cioè capaci di trattenere il calore e disperderlo lentamente.
Le costruzioni moderne in stile prefabbricato, invece, offrono molte meno garanzie sotto questo punto di vista e possono richiedere una climatizzazione continua, con bollette di importo superiore nel corso della stagione estiva.
E’ possibile aumentarlo?
Aumentare lo sfasamento termico significa migliorare gradualmente l’efficienza termica di un’abitazione, cioè rendere la climatizzazione desiderata duratura e senza un costo eccessivo.
Si tratta di una condizione che può essere raggiunta tramite diverse modalità, tra le quali la scelta di impianti moderni e di classe superiore, la sostituzione degli infissi obsoleti, chiudere le porte delle stanze per mantenerle più calde o fredde.
Per ottenere un risultato soddisfacente, il primo passo da compiere è lavorare sull’isolamento termico dell’edificio.
Questo parte chiaramente dalla scelta dei materiali, che devono essere idonei a questo obiettivo, realizzando un cappotto termico che possa durare nel tempo e rendere l’immobile quanto più possibile isolato rispetto all’esterno.
In gioco entra quindi il parametro della trasmittanza, cioè la capacità di un materiale di farsi attraversare dal calore, così che questo si irradi poi dall’altra parte.
La formula per calcolare questo valore si esprime con U= W/m²K.
Ora che abbiamo chiarito cos’è lo sfasamento termico, vediamo come è possibile aumentarlo per ottenere una climatizzazione migliore senza investire eccessivamente nelle bollette ogni mese.
Questo è importante soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da incertezza politica ed economica, che comporta un aumento costante delle materie prime a disposizione.
Pertanto, per risparmiare denaro sui consumi, è opportuno prendere una serie di accorgimenti che possano rendere la situazione più sostenibile nei mesi estivi, accendendo il meno possibile i dispositivi di raffrescamento.
Alcuni consigli
Il primo passo da compiere per aumentare lo sfasamento termico è isolare correttamente la casa.
Questo processo passa dalla scelta di diversi fattori, così che tutti concorrano a rendere l’area fresca per un tempo superiore.
In fase preliminare osserva quindi la tua abitazione con un occhio critico e valuta quali sono gli elementi che potrebbero essere modificati in meglio e quali invece concorrono già a migliorare l’efficienza energetica.
Intervenire in questo momento significa ottenere un maggiore risparmio successivamente, quindi non esitare a sfruttare gli incentivi statali per il cappotto termico e per il rifacimento dello strato isolante, unito a quello per gli infissi e per l’acquisto di elementi per il condizionamento della casa, dalla classe energetica superiore.
La scelta dei materiali
Dovendo il calore penetrare dall’esterno all’interno, migliori sono i materiali utilizzati per la realizzazione dei muri e superiore è la resistenza che verrà fatta nel corso di questo processo.
Già un valore di 10 ore viene considerato soddisfacente, ma un massimo di 12 è il vero obiettivo da raggiungere.
Tra le scelte più sagge troviamo quindi il calcestruzzo, il laterizio ma soprattutto le pietre naturali, che sopportano al meglio la sollecitazione esterna del calore e hanno un’inerzia termica lenta durante le ore notturne in particolare.
Pertanto, se la tua abitazione è esposta al sole per la maggior parte della giornata, il suggerimento è optare proprio per questa soluzione così da non dover poi spendere ingenti quantità di denaro nel condizionamento tramite macchinari di raffrescamento.
Tra i materiali isolanti maggiormente appropriati troviamo il poliuretano espanso, che viene impiegato per realizzare degli strati interni e rallenta di molto la penetrazione del calore.
Attenzione agli infissi
Un elemento importante quando si parla di efficienza termica e sfasamento sono certamente gli infissi, che alterano il valore se non aperti, ma anche se non hanno una chiusura abbastanza ermetica e permettono agli spifferi di entrare.
Cambiarli al momento opportuno potrebbe sembrare un investimento di denaro molto oneroso, in realtà consente di risparmiare nel breve e medio termine con consumi inferiori in bolletta alla fine del mese.
Inoltre, si tratta di un fattore che influenza la presenza di muffa o meno all’interno della casa, che si traduce in livelli di umidità elevati.
Per eliminare la muffa dalle pareti, il primo passo da compiere è quindi quello di scegliere gli infissi migliori, che isolino la casa ma senza risultare eccessivamente stagnei.
Se tuttavia la muffa è già presente, allora potrai ricorrere ad alcuni efficaci metodi naturali, come l’uso dell’aceto e del limone, oppure per alcuni dei prodotti chimici più efficaci venduti in commercio.
Una causa del fenomeno potrebbero essere anche le infiltrazioni da acqua, che devono essere pertanto individuate ed eliminate per tempo prima che danneggino definitivamente la struttura.
Per evitare che si verifichino, è opportuno che il tetto sia ben stratificato e possegga una guaina isolante controllata periodicamente, in modo che non venga danneggiata dalle intemperie
Utilizza il cappotto termico
Servirsi di un cappotto termico è indispensabile per migliorare l’efficienza energetica della casa, soprattutto grazie alle agevolazioni fiscali promosse dal Governo per favorire la sua realizzazione.
In questo modo l’immobile risulterà isolato e pertanto sarà meno necessario ricorrere alla climatizzazione elettrica, risparmiando denaro e soprattutto risorse, nel rispetto dell’ambiente con un minore volume di emissioni nocive.
Cura la distribuzione interna degli ambienti
Al contrario di quanto si possa pensare, la distribuzione interna di una casa incide decisamente sullo sfasamento termico.
Pertanto, se le stanze sono esposte al sole per la maggior parte della giornata, è opportuno utilizzare materiali maggiormente isolanti, così da migliorare l’inerzia e rendere l’ambiente capace di resistere per più ore.
Inoltre, se si tengono le stanze chiuse, la temperatura più calda di una stanza illuminata dai raggi solari non incide su quella delle altre, permettendo di mantenere una condizione di migliore equilibrio.
Inoltre, le pareti con grandi mobili in legno posti davanti tendono a disperdere meno calore, che viene assorbito maggiormente dai materiali dell’arredo, favorendo un clima decisamente più fresco.
Attenzione agli spifferi
Esistono case non molto recenti che hanno una notevole quantità di spifferi, poiché non tutte le aperture sono state murate correttamente.
Questi possono provenire non solo dagli infissi, ma anche da crepe più o meno profonde alle pareti o da aree aperte che comunicano direttamente con l’interno.
Come accade per il freddo, anche il calore tende a sfruttare queste aperture per arrivare all’interno, diminuendo lo sfasamento termico e peggiorando il rapporto tra costi e consumi.