Un dessert corposo e ricco di gusto, ideale per concludere un pasto in modo elegante e senza appesantire: la mousse all’arancia si sposa perfettamente con molti menù e unisce semplicità e dolcezza in una nuvola di cremosità.
Si parla spesso della versatilità della panna fresca in pasticceria, indispensabile nella preparazione di veri e propri classici come, ad esempio, la ricetta originale della panna cotta o la cheesecake; meno scontato è invece ricordare come la panna abbia un ruolo anche in dolci al cucchiaio soffici e spumosi, come le mousse.
Semplice, vellutata ed estremamente eclettica, la mousse è una straordinaria risorsa della pasticceria italiana e internazionale, ed esalta la panna nella sua versione più leggera e spumosa.
Le origini della mousse
La mousse è alla base di numerose preparazioni gastronomiche, e si trova sia in forma salata sia in quella dolce; si adatta ad essere realizzata sulla base di una gran varietà di ingredienti (esistono mousse a base di frutta, ma anche mousse di caffè, formaggio, di carne e di verdure). L’elemento che la contraddistingue, però, è la consistenza: la parola mousse, in francese, vuol dire “spuma”, “schiuma”; ed è proprio così che una mousse fatta a regola d’arte dovrebbe apparire: leggera, ariosa, fresca, carezzevole al palato.
A differenza di quella che comunemente chiamiamo “crema bavarese”, ad esempio, la mousse ha una consistenza più compatta e vischiosa; al contrario, rispetto a un classico semifreddo, la mousse è molto più leggera, morbida e spumosa: in comune resta la panna, che conferisce a ciascuna di queste preparazioni l’elemento alla base della loro morbidezza.
La mousse all’arancia
Uno degli utilizzi più apprezzati per la mousse è proprio quello di servirla come dessert, aromatizzata alla frutta. Tra gli esiti più gustosi, si propone spesso la mousse all’arancia, un modo assai convincente di sfruttare l’aroma intenso dell’agrume per pulire il palato al termine di un pranzo o di una cena di pesce, ad esempio, ma anche come sfizioso dessert pomeridiano, da servire insieme al tè o al caffè. Tra le arance più adatte alla preparazione della mousse suggeriamo le Navel (Washington o California), una specialità ben rotonda e facilmente riconoscibile dal colore arancio intenso, che si distingue per il suo gusto zuccherino e aromatico. È inoltre importante che il frutto non sia trattato con agenti chimici, e che la buccia sia edibile.
Ingredienti:
- 500 ml di succo di arancia (circa 6 arance);
- 200 ml di panna fresca;
- 4 uova medie;
- 120 gr di zucchero;
- 40 gr di maizena.
Preparazione:
Per preparare la mousse all’arancia, spremere il succo e filtrarlo accuratamente. Riscaldarlo in un pentolino, a fiamma bassa. A parte, dividere i tuorli dagli albumi; raccogliere i primi in una ciotola e mescolarli con una frusta elettrica insieme a metà dose di zucchero (ca. 60 gr). Aggiungere anche la maizena setacciata e mescolare per sciogliere eventuali grumi. Versare il composto nel succo di arancia ben caldo e mescolare con la frusta sempre nello stesso verso, sempre a fiamma molto bassa, finché la crema non si addensa: ci vorranno circa 3-5 minuti. Spegnere il fuoco e grattugiare la scorza di un’arancia nella crema, lasciar raffreddare e poi coprire con della pellicola da cucina, in modo che la superficie della crema non venga a contatto con l’aria.
Nel frattempo, montare a neve gli albumi che erano stati lasciati da parte, unendo anche la metà rimanente di zucchero. A questo punto occorre preparare la panna semimontata: per farlo bisogna versare la panna fresca in una ciotola e azionare le fruste elettriche ben pulite per qualche minuto, spegnendole prima che la panna risulti completamente montata a neve (deve risultare cremosa e spumosa, ma non ferma).
Unire infine le tre componenti: prima gli albumi, un cucchiaio alla volta, nella crema all’arancia, mescolando sempre dal basso verso l’alto per non smontarli; poi la panna, con lo stesso procedimento. Lasciare riposare in frigorifero per un paio d’ore prima di servire.
Il consiglio
La mousse all’arancia è un dessert ideale non solo a fine pasto, da gustare poco prima di un buon caffè, ma anche per una sfiziosa merenda o una colazione domenicale.