
In Italia ci sono ancora troppi infortuni sul lavoro, molti dei quali mortali. Gli ultimi dati diffusi dall’Inail parlano di una tendenza alla diminuzione dei sinistri occorsi sul posto di lavoro, 637mila nel 2015 con una flessione del 4% rispetto all’anno precedente, ma il numero delle vittime è purtroppo in aumento, 94 unità in più nel 2015 rispetto al 2014.
La maggior parte degli incidenti, inclusi quelli mortali, avviene perché non si rispettano le norme di sicurezza. Una distrazione, una regola infranta si possono pagare a caro prezzo: ecco perché il rispetto delle normative ed un uso corretto dei dispositivi di protezione individuale sono necessari oltre che auspicabili, in tutte le situazioni.
Perché indossare correttamente i dispositivi di protezione individuale
I dispositivi di protezione individuale servono a proteggere il nostro corpo durante l’attività lavorativa da agenti esterni che possano causargli danno. Esistono numerose tipologie di dispositivi di protezione individuale, classificabili a seconda del compito che devono svolgere e a seconda degli impieghi nei diversi settori di attività dei lavoratori. Si spazia del notissimo caschetto protettivo che deve essere indossato da chi lavora in cantiere alle scarpe antinfortunistiche, calzate da una grande varietà di lavoratori. Ma sono dispositivi di protezione individuale anche gli occhiali protettivi o il gilet ad alta visibilità indossato da chi lavora su strade e infrastrutture viarie.
I dispositivi di protezione individuale vanno utilizzati perché sono stati studiati appositamente per prevenire gli infortuni. Un esempio banale: pensate ad un piccolo carico sospeso, un cartone di piccole dimensioni, che improvvisamente ci cade in testa. Se indossiamo un casco protettivo abbiamo la possibilità di limitare i danni o annullarli del tutto, in caso contrario possiamo avere conseguenze gravi, riportando traumi commotivi e invalidità anche permanente.
Allo stesso modo, pensate ad un addetto allo spazzamento delle strade al lavoro di notte, senza gilet ad alta visibilità: quanto rischia secondo voi di essere investito da un veicolo di passaggio?
Indossare correttamente i dispositivi di protezione individuale è dunque prima di tutto un atto d’amore verso noi stessi ed il nostro lavoro e un grande atto di responsabilità verso tutti. Gli infortuni, in particolare quelli mortali, sono un costo sociale incalcolabile.
Le caratteristiche di un dispositivo di protezione individuale
Tutti i dispositivi di protezione individuale hanno caratteristiche precise e sono oggetto di omologazione e certificazione da parte degli organismi competenti. In particolare, secondo quanto disposto dal D.Lgs. 81/2008 Testo Unico Sicurezza Lavoro, tutti i dispositivi di protezione individuale devono avere marchiatura CE, a garanzia della loro qualità costruttiva e conformità ai requisiti essenziali di salute e sicurezza.
Lo stesso testo di legge prevede che i dispositivi di protezione individuale tengano conto delle esigenze ergonomiche e di salute dei lavoratori. Inoltre, ogni dispositivo deve contenere le istruzioni dettagliate per il suo uso e manutenzione oltre a una data di scadenza, anche se questo aspetto è molto spesso controverso. In particolare, spetta al lavoratore che lo utilizza stabilire se il dispositivo di protezione individuale sia in buono stato di conservazione e che non sia quindi “scaduto” nella sua funzione. Se così dovesse essere, il lavoratore deve chiederne la sostituzione al proprio datore di lavoro, anche prima della scadenza naturale indicata all’atto della fabbricazione.
Esistono, come detto, numerosi tipi di dispositivi di protezione individuale, a seconda della parte del corpo o funzione vitale che sono destinati a proteggere. Per tutti, il riferimento è alle norme di conformità EN che ne garantiscono l’efficacia nella protezione da un determinato rischio.