Quante volte al bar con la tazzina in mano abbiamo pensato a quanto sia squisito il caffè che stiamo bevendo, o al contrario a quanto sia disgustoso?
A parte il fatto che il risultato finale dipende molto da chi si occupa della preparazione del caffè, ma spesso siamo noi, o meglio, il nostro palato, a preferire un tipo di miscela piuttosto che un altro. Siamo sommersi da comunicazione visiva che ci parla di qualità, ottimo gusto e cremosità del caffè e ci vengono proposti svariati tipi di prodotti. Ma sappiamo qual’è la differenza tra una tipologia e un’altra?
Tra finzione e realtà
Quello del caffè è un mondo affascinante, fatto di popoli, cultura e racconti. Racconti di storie reali o inventate, leggende che narrano le origini e la diffusione del prodotto. Storie che toccano la fantasia e legano religioni e popolazioni.
Una di queste narra la storia di un pastore di nome Kaldi, originario dell’Etiopia. È da qui che si dice sia nato il nome con il quale viene chiamato il caffè.
Il nome Coffea deriva da “qahwa” che in arabo indicava una bevanda stimolante. Questa bevanda si presentava come un succo liquido dal colore rosso scuro, che aveva effetti eccitanti e veniva, infatti, anche utilizzata in ambito medico, mentre oggi questo termine indica semplicemente il caffè.
Caffè Arabica: l’origine del nome
Esistono varie specie di Coffea, ma il più famoso e il più coltivato al mondo è la miscela Arabica. No, non ha origini in Arabia, come invece può far sembrare il nome. Il termine deriva, però, dal fatto che sono stati proprio gli Arabi, consumatori di caffè da sempre, a portarla in Europa.
La pianta di Coffea Arabica
La pianta di Coffea Arabica è un albero, che può raggiungere un’altezza anche di oltre dieci metri. È originaria dell’Etiopia, della regione dello Yemen, ed è proprio in queste regioni che è nata la coltivazione, che successivamente si è diffusa in tutto il mondo. Nasce e viene coltivata nelle zone tropicali del centro e sud America, ma anche in Africa e in alcune zone dell’Asia e cresce ad un’altitudine che va dai 600 ai 2000 metri.
È una pianta che soffre gli sbalzi climatici e ha bisogno di acqua per produrre i suoi frutti. Ad ogni pioggia, infatti, si avvia la fioritura bianca e dopo otto mesi nascono i suoi frutti, drupe rosse e lucide come ciliegie. Proprio per questo sulla pianta sono presenti frutti più maturi o più acerbi e, quindi, la raccolta deve essere molto meticolosa e precisa.
Il chicco del caffè è il seme della pianta, contenuto dal frutto. Quello dell’Arabica ha una forma piatta e allungata e il solco è morbido.
Caratteristiche della miscela Arabica
Esistono svariati tipi di caffè, ma quello più conosciuto è sicuramente quello di qualità Arabica.
Questa miscela è la qualità di caffè più pregiata ed è quella più diffusa, in quanto costituisce il 70% della produzione mondiale.
È considerata la qualità migliore per il suo processo di tostatura meno invasivo, riducendo quindi l’origine di composti chimici derivati dal trattamento.
Ha un contenuto di caffeina che va da 0,9 a 1,7%, quindi è più basso rispetto agli altri tipi di caffè, e ha 44 cromosomi.
Parlando, invece, di caratteristiche gustative e olfattive, il profumo di questo caffè è intenso e il suo gusto è leggermente amaro e caramellato.
Queste particolarità lo rendono subito riconoscibile dal nostro palato.
Davvero molti brand si occupano della vendita di caffè Arabica per bar e per il consumo a casa, come Pasqualini il caffè, da oltre 50 anni in questo settore, e tutti sanno benissimo quanto questa bevanda sia richiesta e gradita. Per questo sanno che essere esigenti, pignoli e puntare sulla qualità non è mai cosa errata e accontentare e soddisfare le richieste dei clienti è fondamentale per una buona reputazione.
D’altronde chi non ama la bontà del caffè che rimane in bocca molto tempo dopo averlo bevuto?