La pensione integrativa conviene? 

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Negli ultimi anni, le certezze che un tempo costellavano l’ottenimento della pensione al termine della vita lavorativa si sono andate disgregando. Le leggi pensionistiche cambiano continuamente, non si ha più la certezza di avere un assegno di pensione adeguato per vivere bene, e ci si ritira dal lavoro sempre più tardi. Ecco perché la maggior parte delle persone, sin dalla giovane età, fanno riferimento alla cosiddetta pensione integrativa e si informano sulla possibilità di crearsi una piccola rendita a latere di quella statale, con la quale arricchire l’assegno pensionistico una volta arrivati all’età giusta.

Tuttavia bisogna conoscere bene questi strumenti, prima di potervi aderire: è bene sapere che cosa è una pensione integrativa, quali sono i rischi ad essa collegata, quante tipologie ve ne sono. Solo in questo modo la scelta sarà sicura e consapevole.

Ecco quindi una breve guida sulla pensione integrativa e su come aderirvi.

Cos’è la pensione integrativa?

La pensione integrativa non è altro che uno strumento di risparmio che permette di crearsi una piccola rendita in denaro da riscattare, tutta assieme o in piccole somme mensili, quando si sarà raggiunta l’età pensionabile. Essa si aggiunge alla pensione dell’INPS. Se volete approfondire questa nozione, questo articolo che spiega perfettamente cos’è la pensione integrativa; in ogni caso, si tratta di fondi che hanno u obbiettivo in comune, quello di permettere al lavoratore di avere un assegno più alto quando smetterà di lavorare.

Come scegliere la pensione integrativa

Non esiste una sola ‘pensione integrativa’ ma diverse forme, da scegliere tenendo conto delle esigenze personali. Si possono distinguere, in particolare.

  • i fondi pensione. Non sono prodotti assicurativi: si tratta di fondi in cui versare una parte dello stipendio, attraverso contributi (che vengono versati sia dal lavoratore che dal datore di lavoro). I fondi pensione a loro volta possono essere chiusi, se possono aderirvi solo alcune tipologie di lavoratori (ad esempio fondi aziendali o di categoria) o aperti, se possono aderirvi tutti.
    Il fondo pensione conviene? Si tratta di una domanda abbastanza ampia, e quindi non è possibile generalizzare. In ogni caso in questo fondo si versano parte dei propri guadagni, se si è liberi professionisti; se il fondo è di una certa categoria (adesione collettiva al fondo) anche il datore di lavoro versa un contributo suo, oltre a quello che viene versato dal contribuente stesso. Anche in questo caso, ci sono alcuni vantaggi fiscali: ad esempio è possibile detrarre dal reddito fino a 5.164 euro ogni anno. I rischi del fondo pensione stanno nel fatto che essi non sono a capitale garantito, il che significa che se il fondo fallisce, anche i soldi svaniscono. I vantaggi stanno nella tassazione agevolata.

Per capire se vale la pena aprire un fondo pensione bisogna tenere conto della propria situazione personale, e cercare di capire se si prevede di essere in difficoltà quando si raggiungerà l’età della pensione, oppure no.

  • I piani individuali pensionistici. Si tratta di prodotti assicurativi che non sono destinati solo ai lavoratori, ma aperti anche a studenti e casalinghe. Questo denaro viene investito sui mercati finanziari e ne ricavano un rendimento che poi va a guadagno dell’investitore. Il piano in questione è sostanzialmente un’assicurazione sulla vita dove si versa una somma di denaro, ad esempio mensile o annuale a seconda del contratto. Non esiste una risposta univoca sul fatto che convenga o meno, ovviamente si tratta di un investimento e quindi ha un profilo di rischio che bisogna valutare sin dall’inizio. I vantaggi sono sia fiscali (è possibile dedurre dalla dichiarazione fino a 5.164 euro dai redditi dichiarati, l’avere una aliquota fiscale agevolata, il ricavare un rendimento dall’investimento.
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