Quando dal selfie al chirurgo estetico il passo è breve

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Quando la tecnologia degli smartphone e i social si impadroniscono delle persone, il risultato è l’appiattimento delle immagini e l’uguaglianza dell’aspetto delle persone che ne rimangono ostaggio. Avete presente quando passeggiate in spiaggia, lungo la strada, o vi trovare seduti al ristorante e vedete persone affette da selfie-mania? Sappiate che – in molti casi, specie tra i giovanissimi – subito dopo lo scatto entrano in gioco delle applicazioni sul telefono in grado di modificare alcuni aspetti della persona. In breve: il fotoritocco, che una volta rendeva ricchi e famosi i fotografi, mentre oggi la tecnologia consente di modificare la propria immagine a seconda dei trend e dei modelli di bellezza imposti dalle varie blogger o starlette della tv. Il risultato? La diffusione di vere e proprie ansie da bellezza esteriore, che coinvolgono i giovani di entrambi i sessi e di età anche giovanissima.

Partiamo, però, da una domanda che deve necessariamente far riflettere: cosa nasconde nelle persone il boom di richieste di rimodellamento del corpo? Insicurezza? Voglia di estrema perfezione? Uniformità della bellezza, secondo aspetti dettati da altri? Estremo narcisismo? Per rispondere, ci vorrebbe un team di esperti, ma ciò che occorre capire, innanzi tutto, è che la colpa di tutto questo non è dei cosiddetti “millenials”, cui vengono solitamente addossate tutte le responsabilità.

Pensate che, quando vedete certe adolescenti stereotipate nello stile, nello sguardo, nel vestiario, nel colore dei capelli e nelle “misure” ci potrebbe essere alle spalle un “ritocchino” di un chirurgo estetico professionista. Anche perché – dati alla mano – sempre più giovani dichiarano ai propri genitori di voler assomigliare a ……” e chiedono in regalo un intervento chirurgico estetico, anche prima dei 18 anni!

Secondo i dati di uno studio dell’Accademia Nazionale dei chirurghi facciali plastici degli Stati Uniti, ben il 55% dei medici specialisti afferma di aver ricevuto richieste di intervento da parte dei genitori sollecitati, e – perché no – stressati dai figli che richiedono un intervento per migliorare il loro aspetto estetico.

Del resto, tantissimi giovani sotto i 30 anni si presentano dal chirurgo con immagini di social (instagram, facebook, youtube, ecc) o con il proprio telefonino appositamente fornito di adeguata applicazione, per ritoccare le foto eliminando i propri difetti estetici. E dal selfie scattato e modificato scompare sempre il doppio mento o le orecchie non aderenti al viso, la misura di seno piccola o il naso con la gobbetta. In molti casi, invece, il difetto proprio non esiste, come hanno dichiarato tantissimi chirurghi estetici intervistati sull’argomento.

E, infatti, la domanda ricorrente in questi casi è: la rinoplastica, la blefaroplastica, la mastoplastica additiva o la mastopessi (ovvero l’intervento che rimodella il seno per farlo sembrare più grande), l’otoplastica sarà veramente necessaria? O è solo una richiesta per meglio assomigliare all’attrice o al vip di turno? Per migliorare il proprio aspetto, basta un intervento di filler di medicina estetica o è proprio necessario rivolgersi al chirurgo estetico?

Compito della famiglia – ed eventualmente anche del professionista chirurgo nel momento in cui viene contattato –  è far capire ai giovani pazienti che l’immagine propria non potrà mai essere uguale al riferimento desiderato, che anche intervenendo con il bisturi non si potrà mai essere uguali al vip adorato, che il ritocchino di un selfie modellato con l’applicazione non è sempre il risultato che si ottiene dopo un intervento e che spesso questa tecnologia distorce la realtà.

D’altro canto, sul mercato, esistono anche medici per nulla professionali e privi di etica, che pensano solo alla propria tasca, senza scrupoli e senza consigliare il meglio per il paziente. Secondo i dati dell’Associazione italiana chirurgia plastica estetica (Aicpe) su circa 5.000 medici che esercitano questa professione, i veri specialisti professionisti in Italia si aggirano intorno al migliaio e sarà, quindi, opportuno rivolgersi a loro per ottenere un lavoro preciso, qualificato e dei consigli realmente utili.

Sarà, quindi, bene valutare il professionista in sede di incontro, capire e conoscere la struttura in cui opera, lo staff, le attrezzature, le condizioni igieniche del luogo, i pro e i contro dell’intervento che si desidera effettuare, l’iter di pre e post intervento, le possibilità di riuscita rispetto alla richiesta del paziente. Insomma, la salute della persona dovrebbe restare al primo posto. Anche prima dei selfie.